Il Diospyros kaki è un albero da frutto originario della Cina che è arrivato in Italia verso fine Ottocento. Il nome scientifico della pianta equivale più o meno a “frutto degli dei”. Intendendo tanto l’albero quanto il frutto, è indicato con cachi nel dizionario, kaki per i tecnici, caco nel parlato, senza contare i tanti nomi dialettali come diospero.
Simboli dell’autunno, i frutti del cachi sono grandi circa come una mela e, con il loro arancione-rosso, spiccano sugli alberi ormai spogli, da cui si raccolgono tra ottobre e novembre. Il cachi è un albero piuttosto adattabile, longevo, con una crescita lenta grazie a cui raggiunge anche una mole notevole, che in genere viene ridimensionata con la potatura ed è proprio la potatura del caco l’argomento di questo articolo.
Riconoscere i rami del cachi
La struttura portante di un albero di cachi è formata dal tronco e da 3-5 branche principali, cioè i rami più grandi e vecchi (di 2 o più anni) che hanno esaurito la funzione produttiva di nuova vegetazione e frutti diventando “sostegni” per altri rami. Nelle piante meno giovani infatti puoi osservare branche secondarie – rami più recenti e di diametro inferiore – che si dipartono dalle branche primarie. A loro volta, dalle branche secondarie possono avere origine delle sottobranche e così via.
Ogni anno le piante sviluppano nuovi rami produttivi – daranno rametti, foglie e frutti l’anno seguente – che si comportano in modi differenti. La vegetazione più giovane (i rami appunto) cresce alla periferia della chioma e, in particolare, sull’albero di cachi riconosci:
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Succhioni: rami lunghi e vigorosi che crescono in verticale.
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Rami medi o misti: rami sui 30-50 cm che nel tempo formeranno la struttura della pianta.
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Brindilli: rami sottili e piuttosto corti (10-30 cm).
Mentre i succhioni sono poco produttivi in termini di frutti, i rami più interessanti per la produzione dei cachi sono quelli medi e i brindilli. Per potare correttamente bisogna dunque saper distinguere i rami attivi: questo principio di potatura vale per il cachi e per ogni altro albero da frutto.
Il caco dunque fruttifica sui rami di un anno, cioè dai fiori sbocciati in primavera sui rami nati la primavera dell’anno prima. Perciò sulle piante vanno lasciati i rami di un anno medi e corti: sono questi che portano le gemme fruttifere, di tipo misto, da cui si sviluppa un germoglio (che poi evolverà in ramo) su cui sono posizionati dei fiori, i potenziali frutti. Nel cachi le gemme fruttifere si trovano nella parte terminale del ramo, mentre le gemme destinate a produrre solo rami e foglie sono alla base e sulla cima dello stesso.
Quando potare il caco
La potatura ha diverse funzioni, a seconda dell’età dell’albero da frutto. Nelle piante giovani serve a impostare la forma della struttura portante, negli esemplari adulti a rinnovare i rami fruttiferi e controllare l’altezza per facilitare i lavori (trattamenti, raccolta, potatura stessa). Nelle piante vecchie o abbandonate per molto tempo serve a ridurre e ringiovanire la vegetazione, formando nuovi rami fertili e recuperando così la produttività.
Qual è il periodo di potatura del cachi? La potatura secca – detta anche invernale o al bruno, va fatta prima del risveglio vegetativo (verso febbraio/marzo), quella verde in estate (da giugno ad agosto). Qui trovi una panoramica sulla potatura invernale delle piante in generale.
Come potare il caco
Considerando un albero adulto, con la potatura del caco eviti che i rami fruttiferi “scappino verso l’alto”, visto che tende a crescere in altezza. Così mantieni produttiva la parte bassa della pianta, per raccogliere i cachi più facilmente. D’altro canto è importante sfoltire la chioma, in modo che sia ben illuminata e arieggiata: ciò serve sia a limitare la caduta dei frutticini sia a prevenire le malattie e tenere lontani i parassiti, entrambi favoriti da ambienti bui e umidi.
Di seguito i passaggi da seguite per la potatura invernale del cachi:
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Individua i rami fertili da lasciare sulla pianta (i rami medi e i brindilli di un anno), per permetterle di produrre fiori, e quindi frutti, in primavera-estate. I rami di un anno si trovano nella parte più esterna della chioma, sono rivestiti di gemme e presentano una corteccia più liscia e scura dei rami vecchi (branche).
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Mantieni la struttura portante del cachi, con le sue branche principali e la loro funzione di “guida” rispetto alle branche e ai rami che crescono su di esse, dunque:
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Taglia alla base i rami secchi o malati.
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Mantieni le branche principali circa alla stessa altezza: se sono troppo lunghe, non tagliare la cima ma accorciale (senza esagerare) con un taglio di ritorno in prossimità di una branca secondaria, che diventa così la nuova cima.
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Elimina, segandoli alla base, i succhioni cresciuti sul dorso, i rami che puntano verso l’alto e l’interno dell’albero, i rami troppo vicini o sovrapposti ad altri.
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Ripeti per le branche secondarie, ed eventualmente per le altre sottobranche, i passaggi fatti sulle branche principali, avendo cura di conservare una buona quantità di rami fruttiferi sull’albero, per far sì che abbia sufficienti frutti potenziali (carico produttivo): considera infatti che una parte del raccolto va persa perché parecchi frutticini, i cachi ancora in sviluppo, tendono a cadere spontaneamente (cascola).
Con la potatura estiva, dal cachi elimini invece i succhioni, che altrimenti vanno tolti più avanti, con la potatura secca. In linea di massima i succhioni vanno rimossi, ma possono rivelarsi utili per formare nuove branchette, da cui cresceranno rami che fruttificheranno nelle stagioni successive. Per ottenere questo risultato, che richiede qualche anno, devi curvarli o inclinarli. I succhioni si trovano sulle piante giovani e adulte tenute in modo equilibrato, ma crescono molto numerosi sui cachi che hanno subito potature drastiche o molto vigorosi per via di concimazioni sovrabbondanti.
Quali attrezzi usare per potare un caco? Vanno bene cesoie, segaccio e troncarami, mentre per interventi su branche spesse o potature su grande scala puoi servirti di una motosega, meglio ancora se si tratta di una motosega da potatura. Per evitare che, segando le branche più grosse e pesanti, il legno si strappi (scosciatura) procedi in più passaggi, alleggerendo il carico fino al taglio definitivo, come spiegato in questo articolo sulla potatura di rami decorativi.
Anche se non sembra, il legno del cachi è fragile: non arrampicarti sull’albero e non appoggiarci la scala per salire, né quando raccogli i frutti né quando poti. Il caco non è una pianta che si presta alla potatura in tree climbing, perciò se hai un cachi imponente conviene lavorare da terra con attrezzatura telescopica: puoi servirti di segaccio telescopico, svettatoio oppure di potatore telescopico (con cui arrivi a tagliare fino a 5 m dal suolo) o, in alternativa, di decespugliatore multifunzione munito dell’apposito accessorio da potatore.
Al di là del fatto che siano manuali o motorizzati, assicurati di mantenere gli attrezzi ben affilati (per avere sempre tagli netti) e disinfettati (per non propagare eventuali malattie). A proposito qui trovi una guida agli attrezzi da potatura. Quando poti, usa sempre l’abbigliamento protettivo più appropriato alla circostanza: con attrezzi manuali bastano occhiali o visiera, guanti da lavoro, scarpe antinfortunistiche. Quando lavori con motosega o potatore, indossa invece abiti, guanti e calzature antitaglio, cuffie o tappi antirumore e, nel caso possa cadere legno dall’alto, casco protettivo.
Cos’è un taglio di ritorno? Come tagliare un ramo rispettandone il colletto? Come far sì che la potatura, per il caco o qualsiasi albero, sia meno traumatica possibile? Trovi le risposte negli articoli sugli errori di potatura e sulla potatura degli alberi.
Se in giardino assieme al caco hai un pesco, ecco come potarlo. La potatura di un albero da frutto differisce in parte dalla potatura di una pianta ornamentale: ecco quindi come potare la lavanda, l’oleandro e il lauroceraso.