Come e quando potare la lavanda: guida in semplici step

Non sbagliare modalità e momento

Ispirazioni / Consigli sempreverdi

13/09/2023

Tempo di lettura stimato circa 4 minuti

La lavanda è una pianta aromatica dal profumo inconfondibile, che a molte persone ricorda quello della biancheria pulita. Puoi coltivarla in giardino, per formare delle bordure o una siepe, oppure in vaso (soluzione valida per tenerla in terrazzo o se vivi in montagna). Quello della lavanda è un genere di piante che comprende diverse specie. Sono arbusti o cespugli perenni sempreverdi e piuttosto resistenti, riconoscibili dai fiori raggruppati in spighe, con un colore che dipende dal tipo di lavanda e dalla varietà: bianco, grigio, azzurro, blu, violetto, viola, rosa, porpora.

La lavanda riunisce in sé il bello e il buono. Non è solo una pianta ornamentale che sprigiona colore e profumo ma anche una pianta utile. Attira insetti benefici per il tuo giardino, come le api che dalla lavanda producono un miele pregiato. I fiori della lavanda mantengono il loro aroma anche da secchi, perciò è tradizione impiegarli per confezionare sacchetti profumati da mettere in armadi e cassetti. Inoltre sono commestibili: puoi prepararci marmellate, dolci, primi e secondi piatti o puoi usarli per aromatizzare l’aceto, il sale etc.

Quando potare la lavanda

La lavanda è una pianta rustica e facile da coltivare, con modalità simili per le numerose specie e varietà esistenti. Ama il caldo e il sole (all’ombra fiorisce poco), ma non teme il freddo (ad eccezione delle specie più delicate, come la Lavandula stoechas). Richiede poca acqua e tollera la siccità, d’altronde fa parte della flora spontanea del bacino mediterraneo. Può invece soffrire a causa del ristagno idrico, per cui è importante che il suolo sia ben drenato, ma si accontenta di terreni magri, poco fertili.

La lavanda è una suffrutice, cioè una pianta i cui rami sono lignificati nella porzione basale ed erbacei alla sommità. Le parti legnose sono prive di gemme, quindi non sviluppano nuova vegetazione. Perciò i rami della lavanda crescono solo allungandosi e producendo nuove foglie alla sommità, mentre alla base rimangono spogli. Così si spiega perché alla lunga un arbusto di lavanda possa perdere forma e compattezza.

Fra tutte le cure colturali, per la lavanda la potatura è la più importante. Va fatta ogni anno per evitare che nel tempo la porzione lignificata prenda il sopravvento, dandole un aspetto sgraziato. Potando la lavanda infatti non ti limiti a mantenere la forma ordinata e stimolare la fioritura, ma ringiovanisci anche la pianta.

Quando potare la lavanda? Dopo la fioritura, alla fine dell’estate, nel momento in cui i fiori tendono a ingrigire tagli le infiorescenze (tra agosto e ottobre, dipende dalla specie e dalla zona). La fine dell’inverno o l’inizio della primavera (febbraio/marzo) è invece il periodo giusto per cimarla. Dove il clima è freddo conviene posticipare tutte le operazioni di potatura a fine inverno/inizio primavera, in modo che la pianta non patisca il gelo.

A proposito di piante sempreverdi come la lavanda, qui trovi una guida per metterle a dimora e curarle così da avere una siepe sempreverde perfetta.

Come potare la lavanda: tecniche e attrezzatura

Con la potatura di fine estate tagli gli steli fioriti che, secondo l’usanza, vanno essiccati all’ombra appesi in mazzi per profumare la biancheria o per realizzare dei pot-pourri per l’ambiente. Considera che la concentrazione dell’olio essenziale di lavanda – prodotto soprattutto a livello dei fiori – è al massimo proprio verso la fine della fioritura. Per tagliare gli steli di lavanda sopra le ultime foglie dei rami puoi utilizzare una cesoia da potatura. Per lavorare più veloce, legali in mazzetti direttamente sulla pianta con dello spago, quindi taglia con un forbicione per siepe e infine regolarizza la sagoma del cespuglio.

Alla ripresa vegetativa elimina i rami secchi della lavanda, che tolgono luce e aria. Quindi procedi con una cimatura facendo dei tagli di ritorno, eliminando cioè per ogni rametto alcune delle prime foglie sotto lo stelo. In questo modo mantieni la pianta a una certa altezza, evitando che i rami si allunghino senza limite, e stimoli la fioritura della parte bassa, dove ci sono ancora foglie e gemme con un potenziale (non nella parte lignificata senza gemme, il legno vecchio). Non tagliare il legno vecchio nel tentativo di far crescere nuova vegetazione perché non accadrà altro se non che il moncone di ramo rimasto si secchi.

Il taglio di ritorno è una tecnica per accorciare un ramo “sostituendolo” con uno più giovane: ne abbiamo parlato a proposito di come potare un albero.

Con una cimatura – non drastica ma graduale – riesci a ringiovanire una pianta di lavanda cresciuta in modo squilibrato. “Abbassandola” via via con tagli di ritorno delle cime, nel giro di qualche anno le restituirai una forma composta e non dovrai sostituire un arbusto con un’estetica irrimediabilmente compromessa.

La pianta di lavanda si espande facilmente nell’area circostante, perciò può essere necessario tagliarne e poi sradicarne una parte. In questo caso puoi servirti di una motosega o di un decespugliatore dotato di lama o disco apposito. Sul tema qui trovi una panoramica degli attrezzi da potatura per scegliere quello più adatto al tuo caso.

La potatura è per definizione un intervento delicato: ecco una rassegna degli errori più comuni e le indicazioni per potare al meglio altri classici arbusti ornamentali (lauroceraso e oleandro).

Tra i benefici della lavanda non abbiamo ancora menzionato l’effetto repellente contro gli insetti indesiderati, è infatti uno dei rimedi per liberare il giardino dalle zanzare.

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