In natura le piante si regolano con un’auto-potatura che lascia seccare e cadere i rami non più attivi. Ogni ramo, infatti, produce germogli, foglie, fiori e frutti una sola volta nella vita – nel secondo anno –, poi diventa l’impalcatura di sostegno per i rami nuovi.
Quindi, anno dopo anno gli alberi lavorano di continuo per sviluppare nuova vegetazione produttiva sulla parte esterna della chioma, sempre più lontana dal tronco. Allo stesso tempo, eliminano una parte dei rami interni alla chioma con l’auto-potatura, una specie di potatura naturale.
E allora, perché potare se gli alberi si rinnovano da soli? Quando conviene potare gli alberi? Come si potano? Ne parleremo nei prossimi paragrafi: continua a leggerci.
Perché potare un albero
Fatta con moderazione e senza interventi drastici, la potatura è necessaria per:
- Contenere le dimensioni delle piante in altezza e larghezza in modo da gestirle con facilità, anche tenendo conto delle dimensioni del tuo giardino e della presenza di altri alberi e arbusti.
- Rinnovare la vegetazione per sostituire i rami vecchi evitando, però, che quelli nuovi crescano sempre più lontani dal tronco (vedi la funzione di contenimento della potatura, al punto precedente).
- Alleggerire la chioma, cioè ridurre il numero dei rami, perché la vegetazione ha bisogno di luce e aria, quindi non deve essere troppo fitta.
E per quanto riguarda gli alberi da frutto? I motivi che abbiamo appena elencato sono validi anche per meli, peri, albicocchi, peschi, ciliegi, susini, ma anche per noccioli, ulivi etc. Anzi, sono ancora più determinanti se desideri raccogliere della frutta dolce e succosa nel modo più pratico e sicuro possibile.
Quando potare un albero
La scelta del periodo per potare è molto importante: programma la potatura quando l’attività vegetativa delle piante è al minimo, cioè dopo la caduta delle foglie e prima che le gemme si schiudano.
Dopo la potatura, infatti, l’albero deve avere energia sufficiente per far cicatrizzare i tagli: escludi quindi il momento della ripresa vegetativa (primavera) e quello della caduta delle foglie (autunno). Scarta anche i periodi in cui i parassiti sono in piena attività perché, per la pianta, i tagli da potatura sono dei punti deboli, facili da aggredire.
Il momento ideale per la potatura varia a seconda della specie, comunque per le caducifoglie (e quindi per gli alberi da frutto) è tra l’inizio di novembre e la fine di febbraio, evitando i periodi più freddi. In luglio puoi eliminare i germogli verticali più vigorosi, cioè i futuri succhioni (cosa sono? Leggi più avanti il paragrafo su “Come potare un albero: le tecniche da usare”). Tutto l’anno, invece, è buono per tagliare dagli alberi i rami secchi.
Cosa serve per potare un albero
Nel tuo kit da potatura non possono mancare:
- Cesoia
- Seghetto (o segaccio)
- Troncarami
- Motosega
Le cesoie e i troncarami ti servono per tagliare i rami più piccoli col minimo sforzo e a tenerli fermi durante il taglio.
I seghetti da potatura, sia con lama dritta che curva, ti aiutano a penetrare meglio la superficie della pianta e, in alcuni casi possono essere utilizzati anche per tagliare in altezza, grazie all’inserimento di un’asta telescopica.
Per tagliare i rami più grossi invece devi affidarti a una buona motosega. Una motosega piccola come la GS 350 C di Oleo-Mac per esempio è l’ideale se il tuo albero è di dimensioni ridotte. Per potature più impegnative prova con una motosega da potatura, come la compatta GST 250, leggerissima e potente allo stesso tempo.
Vuoi approfondire il tema motosega? Quanti tipi ne esistono, cosa valutare prima di comprarne una? Allora forse può interessarti il nostro articolo su come scegliere la motosega in base alle tue necessità.
Come potare un albero: le tecniche da usare
Quindi come si fa a potare un albero?
Potare un albero significa sostanzialmente combinare, con accortezza, 2 operazioni: tagliare i rami per l’intera lunghezza e accorciare i rami, cioè tagliarne solo una parte (massimo 1/3 della lunghezza). In entrambi i casi è cruciale sia individuare il punto dove tagliare che scegliere quali sono i rami tagliare e quali sono da lasciare.
Quali sono i rami da tagliare per intero? Taglia i rami che:
- Sono secchi.
- Sono stati danneggiati da intemperie o da qualche altra causa.
- Vanno in una direzione non voluta o si sovrappongono ad altri rami.
- Crescono troppo vicini al tronco o ad altri rami.
- Disturbano, come quelli troppo bassi o quelli che sporgono sul giardino dei vicini.
- Si sviluppano in verticale e con particolare vigore sul tronco o su un ramo (succhioni).
- Nascono dalle radici o dalla porzione di tronco più vicina alle radici (polloni).
Se tagli completamente i rami, sia giovani (di 1 anno) che più sviluppati, nella pianta si crea un buon equilibrio fra la produzione di nuovi rami e la produzione di frutti: si chiama, infatti, “taglio a frutto”.
Quando accorci i rami, usa la tecnica del “taglio di ritorno”, cioè taglia in corrispondenza delle biforcazioni (o nodi o forcelle) formate dai rami. Il ramo che lasci deve avere un diametro di almeno 1/3 rispetto a quello che elimini.
Accorciando i rami più giovani stimoli la “vigoria” – cioè la forza vegetativa – dell’albero, che risponde producendo con abbondanza nuovi rami. Invece, riducendo i rami di 2 o più anni, la vitalità della pianta “devia” su un ramo laterale senza che ci sia un’esplosione vegetativa, come accade per i rami più giovani: l’effetto che ottieni, quindi, è quello equilibrato di un taglio a frutto.
Di norma, con la potatura di piante adulte non dovresti eliminare più del 25% dei rami: una riduzione drastica altera l’equilibrio chioma/radici, spingendo gli alberi a produrre nuovi rami e costringendoti a ulteriori potature. Inoltre, da un albero molto impegnato a sviluppare nuovi rami ottieni meno frutti e di qualità inferiore. Ecco perché la potatura deve essere molto misurata.
Come limitare lo stress da potatura di un albero
Tagliare un albero, con la motosega o con altri attrezzi, causa delle vere e proprie ferite, a cui la pianta reagisce isolando i tessuti morti da quelli sani. Il meccanismo di difesa principale è produrre un callo di cicatrizzazione all’altezza del collare, cioè alla base dei rami. A eccezione delle conifere, in molte piante riconosci facilmente il collare dal rigonfiamento dei tessuti.
Oltre a potare nei periodi adatti, dunque, puoi seguire alcune accortezze per rendere la potatura meno traumatica:
- Usa attrezzi ben affilati e puliti.
- Taglia a distanza di 1-3 cm dal collare, senza mai danneggiarlo.
- Non tagliare troppo lontano dal collare altrimenti rimane un moncone di ramo che si secca e diventa preda di vari tipi di parassiti.
- Pareggia bene la superficie tagliata, in modo che non ci siano irregolarità, così faciliti il formarsi del callo di cicatrizzazione.
- Evita di tagliare i rami più grossi (oltre i 7 cm di diametro).
- Non intaccare i calli di cicatrizzazione esistenti.