Come potare il pesco

Periodi dell’anno e metodi

Ispirazioni / Consigli sempreverdi

10/02/2020

Tempo di lettura stimato circa 6 minuti

Qual è lo scopo della potatura del pesco? Dipende dallo stadio della vita in cui si trova la pianta. Nei peschi giovani, cioè in fase di crescita, con la potatura guidi e assecondi una rapida formazione della struttura portante dell’albero. Invece, nella fase di produzione della pianta, potando mantieni l’equilibrio tra lo sviluppo di rami e foglie e la produzione dei frutti, per assicurarti un raccolto di buona qualità estate dopo estate.

La fase di produzione del pesco inizia quando la sua struttura è completa, a 3-4 anni dalla messa a dimora. Il pesco adulto, nella classica forma di allevamento “a vaso” – adatta per gli appassionati di giardinaggio o per un pescheto familiare –, ha uno scheletro composto dal tronco e da 3 branche primarie, cioè attaccate direttamente al fusto, lunghe circa 3,5-4 m e inclinate di 35-40° rispetto ad esso.

Vuoi raccogliere delle pesche grosse, di un bel colore, consistenti, prive di marciumi e saporite? Seguici: in questo articolo parleremo della potatura del pesco adulto, cioè di come e quando fare la potatura di produzione del pesco.

Come potare il pesco: la potatura di produzione

I rami degli alberi producono frutti e germogli una sola volta nella loro vita: nel secondo anno. Dopo serviranno solo da sostegno ai nuovi rami, sviluppati dai germogli, che a loro volta faranno i frutti solo per una stagione e così via. A rigore, vanno chiamati rami fino a 1 anno d’età mentre, dal secondo anno in poi diventano “branche”. Tutto questo vale anche per il pesco.

In generale, quando poti è importantissimo distinguere i rami: quelli che produrranno (frutta, nuovi rami e foglie) da quelli che, invece, hanno già prodotto negli anni precedenti. È altrettanto importante riconoscere i diversi tipi di rami giovani, cioè quelli che produrranno:

  • Germogli: rami nella prima fase del loro sviluppo.
  • Rami misti: rami produttivi di medio vigore, nel caso del pesco con una lunghezza di 40-70 cm. Sono essenziali perché producono bene e contribuiscono a dare all’albero una struttura equilibrata.
  • Brindilli: rametti esili che in certi casi, come per le pesche nettarine o per quelle a pasta gialla, possono essere molto produttivi.
  • Dardi detti anche “mazzetti di maggio”: rami di dimensioni minime molto produttivi.
  • Succhioni: rami verticali molto vigorosi, ma poco o non produttivi, che di solito crescono sul dorso delle branche. Nel pesco e nelle drupacee in genere (ad esempio nell’albicocco, nel ciliegio e nel susino) i succhioni sono talmente vigorosi da essere lunghi anche più di 2 m.

Con la potatura invernale del pesco in fase di produzione elimini il 50-70% dei rami a frutto, lasciando su ogni pianta circa 170 rami misti. I rami misti, insieme ai dardi, sono i migliori rami a frutto dei peschi, perché ti garantiscono una buona produzione, per quantità e qualità.

Con la potatura di produzione controlli lo sviluppo del pesco così che luce e aria arrivino anche nella parte interna della chioma e in modo che, se hai un pescheto, le piante non si ostacolino a vicenda. Inoltre, negli anni la vegetazione del pesco “scappa verso la cima” cioè tende a spostarsi verso l’alto, lasciando spoglia la parte bassa della pianta, che invece puoi salvaguardare proprio con il lavoro di potatura.

Dunque, per una corretta potatura del pesco, inizia a potare dalla cima di ogni branca, primaria o secondaria che sia, scegliendo il ramo misto che farà da punta e tagliando il resto, in modo da lasciare solo rami laterali di diametro e lunghezza crescenti andando dalla cima alla base. I rami laterali devono essere più sottili e corti della branca su cui sono inseriti: la branca che ottieni ha, idealmente, una forma “a lisca di pesce”. Così eviti che la pianta “scappi” verso l’alto e hai una chioma equilibrata, dove ogni branca ha spazio e luce sufficienti, anche nelle parti basse, in modo da far crescere pesche di qualità e lasciar sviluppare i rami che produrranno l’anno dopo:

  • Taglia i rami che hanno già fruttificato
  • Rimuovi i succhioni
  • Elimina i germogli troppo vigorosi
  • Rimuovi i rami misti di troppo con tagli di ritorno, partendo da quelli molto vigorosi o, al contrario, troppo deboli: lascia 3-5 rami produttivi per ogni branca
  • Valuta, in base alla varietà di pesco, se preferire i rami misti o i dardi

Cos’è un taglio di ritorno? È il taglio di una branca che fai segando appena sopra un altro ramo (o branchetta più giovane) laterale con un diametro di circa un terzo. Per la potatura invernale procedi con tagli di ritorno sui rami, non fare spuntature o raccorciamenti.

Vuoi saperne di più sul taglio di ritorno e su come farlo a regola d’arte? Dai un occhio a questo articolo del blog su come potare un albero.

Con la potatura estiva (o verde) del pesco elimini i germogli più vigorosi (i futuri succhioni), specie quelli inseriti sul dorso delle branche. In questo modo fai sì che non si formi una vegetazione troppo fitta – che fa da barriera a luce e aria – e favorisci la maturazione in corso delle pesche. In più, una potatura verde ben fatta ti risparmia parte del lavoro di potatura invernale. Al contrario, non fare la potatura estiva significa dover “recuperare” con una potatura invernale severa, che può far sviluppare vegetazione in eccesso penalizzando la produzione della stagione successiva.

Il pesco produce molti frutti ma, per ottenere una produzione di qualità, è necessario sacrificarne alcuni. Prima che maturino, quando le pesche sono ancora ferme e hanno la grandezza di una noce, fai il diradamento dei frutti con un paio di cesoie lasciando circa 4 dita di spazio tra l’una e l’altra, tenendone di più sui rami migliori e meglio esposti.

Come potare il pesco: gli attrezzi da usare

Per la potatura del pesco puoi usare attrezzi da potatura manuali come cesoie, seghetti, troncarami. Per potare in altezza da terra, invece, sono ottimi i seghetti su asta telescopica e gli svettatoi. Da Oleo-Mac trovi cesoie, seghetti classici o da montare su asta telescopica e troncarami: tutti con lame in acciaio, robusti ed ergonomici.

Puoi lavorare anche con attrezzi a motore, quindi con motoseghe da potatura o, sempre per potare in altezza con massima praticità, potatori. Per tagliare le branche più grosse puoi optare per le motoseghe da potatura a scoppio, come la GST 250 di Oleo-Mac: potenza da 1 kW, dimensioni compatte, peso contenuto (2,7 kg) e barra professionale piena da 25 cm con puntale in Stellite®, una lega speciale molto resistente all'usura.

Che siano manuali o a motore, cura sempre la pulizia degli attrezzi da potatura – ad esempio disinfettando le lame con candeggina o alcol – in modo da non propagare eventuali malattie da pianta a pianta.

Quando fare la potatura del pesco: il periodo migliore per la potatura di produzione

Quando la pianta entra in produzione, la potatura invernale e la potatura estiva del pesco vanno fatte ogni anno. Ma quali sono i periodi migliori per la potatura del pesco?

Pianifica la potatura invernale dei tuoi peschi dopo gennaio fino alla fioritura, oppure anticipala tra l’inizio di settembre e l’inizio di ottobre, con l’accortezza di sospenderla prima che arrivino la pioggia e il freddo. L’importante è che eviti la potatura autunnale del pesco, tra l’autunno avanzato e l’inizio dell’inverno: è il momento meno indicato perché favorisce i cancri rameali, lesioni dovute a funghi.

Invece, puoi fare la potatura estiva del pesco in contemporanea al diradamento dei frutti – operazione indispensabile di cui abbiamo parlato prima – oppure a luglio.

Ti interessa il tema della potatura? Allora, potresti leggere anche questo articolo su tutto quello che c'è da sapere su questa attività.

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