Quali piante crescono bene con la vite?

Dalle viti maritate alle infrastrutture ecologiche

Ispirazioni / Consigli sempreverdi

08/11/2023

Nei campi forse hai incontrato qualche esemplare di vite maritata, una forma di consociazione vite-albero. A seconda della zona assume strutture e nomi differenti – ad esempio alberata o piantata – ma il principio rimane lo stesso: allevare le viti usando gli alberi per fare da sostegni vivi. Come tutore era diffuso l’acero campestre, ma erano impiegati anche l’olmo, gli alberi da frutto (ciliegio, pruno, cotogno, gelso), l’olivo, il pioppo e il frassino.

La tecnica di piantare un albero vicino a una vite, consociandoli, risale agli Etruschi ed era caratteristica delle campagne di un tempo, specie nell’Italia centrale, ma anche in Emilia Romagna e Veneto. Gli alberi tutori erano piante utili: fornivano una seconda produzione (frutta e olio), cibo per gli animali o i bachi da seta, legna da ardere, materiale per fabbricare attrezzi agricoli e così via.

Forse i contadini notavano che le viti accanto agli aceri erano più in salute di altre, ma solo una cinquantina di anni fa si è scoperto il perché. Le foglie di acero ospitano acari predatori della famiglia dei fitoseidi che si spostano sulla vite e la difendono da alcuni acari dannosi. Sfruttare l’antagonismo tra insetti per tenere sotto controllo i parassiti in modo naturale è ciò che oggi chiamiamo lotta biologica.

In un vigneto però l’interazione tra i diversi organismi – in sostanza la biodiversità – influisce su tanti aspetti, non solo sulla difesa dai parassiti. In questo articolo approfondiremo il tema e, limitandoci alla biodiversità vegetale, vedremo quali piante conviene piantare vicino alle viti.

L’importanza della biodiversità per il vigneto

Per biodiversità si intende la varietà e variabilità degli organismi che vivono in un ambiente: nel vigneto è l’insieme di piante, animali e microorganismi che ne abitano la superficie e il sottosuolo. Le interazioni tra gli organismi non sono circoscritte entro i confini del campo, ma si estendono ai dintorni. Ritorniamo alla difesa dai parassiti: in natura è la stessa biodiversità a garantire equilibrio tra i diversi componenti del sistema, facendo sì che ad esempio gli insetti dannosi non prendano il sopravvento. Fino a un certo punto l’agricoltura ha imitato la natura: se non era naturale, la biodiversità era il risultato di una gestione della campagna che faceva della promiscuità una “regola”. L’industrializzazione agricola ha poi alterato gli equilibri biologici e ridotto gli insetti utili.

La biodiversità può essere preservata o recuperata attraverso le consociazioni, cioè coltivando sullo stesso terreno e nello stesso momento più specie/varietà di piante. Oltre alle consociazioni fra alberi come le viti maritate, sono possibili consociazioni fra alberi e specie erbacee, come l’inerbimento. Qui puoi esaminare i vantaggi dell’inerbimento rispetto alla lavorazione del terreno nel vigneto.

Non solo, le consociazioni possono coinvolgere altri alberi, arbusti e piante erbacee – per creare ad esempio siepi e fasce di vegetazione intorno alla vigna – e riguardare anche la vegetazione spontanea.

Le consociazioni sono però una parte del tutto. Non prescindono dalle buone pratiche agronomiche, che vanno applicate da subito, ben prima di piantare le barbatelle di vite: dalla progettazione del vigneto. Le scelte d’impianto (varietà d’uva, densità e sesto d’impianto, forma d’allevamento) sono infatti determinanti per coltivare un vigneto ben illuminato e arieggiato, quindi meno soggetto a malattie.

Le consociazioni fanno parte di quelle che in termini tecnici si chiamano “infrastrutture ecologiche”, la vegetazione spontanea o non produttiva – comprese le piante appositamente scelte per essere seminate o messe a dimora – che offre benefici alle colture, all’ambiente e a noi esseri umani.

Oltre all’inerbimento e alle alberate di cui abbiamo detto, altri esempi di infrastrutture ecologiche sono le colture di copertura (cover crop), le piante trappola (attirano e trattengono gli insetti dannosi proteggendo così la coltura principale), le fasce erbose e fiorite ai bordi della coltivazione, la vegetazione spontanea ai margini del campo, le siepi di arbusti e alberi, i grandi habitat non coltivati come i prati e i boschi. Ne fanno parte anche i piccoli habitat, come le macchie di bosco e gli stagni (una funzione simile potrebbe averla un biolago: ecco come realizzare una biopiscina fai da te).

 

Quali benefici porta nel vigneto la biodiversità? Numerosi e a diversa scala, dal singolo campo al paesaggio. In pratica è come se la natura lavorasse al tuo posto:

  • Protegge dai parassiti sia agendo direttamente (è il caso delle piante trappola e delle biocide), sia indirettamente sui loro nemici naturali (fornendo cioè agli insetti predatori e parassitoidi cibo, rifugio e possibilità di spostarsi).

  • Favorisce l’impollinazione e rende più disponibili nettare e polline per gli insetti amici, anche per i pronubi (cioè api e altri insetti impollinatori).

  • Migliora la qualità e la fertilità del suolo apportando sostanza organica ed elementi nutritivi come l’azoto; aumentando la capacità di trattenere l’acqua; stimolando l’attività di microrganismi, lombrichi etc.

  • Migliora le caratteristiche fisiche del suolo: lo decompatta, facilita il transito di macchinari e i lavori in vigna (è il caso dell’inerbimento e del sovescio).

  • Limita l’erosione dei terreni in pendenza.

  • Contribuisce alla qualità dell’uva e del vino.

  • Tiene sotto controllo le infestanti.

  • Rende necessari meno interventi come trattamenti fitosanitari e fertilizzazioni.

  • Valorizza l’ambiente dal punto di vista estetico.

Cosa piantare vicino alla vite

La biodiversità può essere pianificata. Nel progettare il vigneto infatti puoi selezionare delle piante benefiche per le viti e per il suolo da cui traggono acqua e sostanze nutritive. Come predisponi un sistema che lavora in sinergia per un vigneto nuovo, così intervieni anche su un vigneto esistente decidendo cosa piantare vicino alle viti. Nella scelta di cosa piantare l’approccio deve essere mirato, calato cioè nel contesto specifico (coltura con le sue esigenze, clima, tipo di suolo, altitudine etc.) e calibrato per raggiungere gli obiettivi che ti interessano per il vigneto (proteggere il suolo, impiegare meno antiparassitari o altro).

Fai attenzione alle piante dannose per la vite, come il convolvolo e l’ortica che ospitano una cicalina capace di veicolare la malattia nota come “legno nero” e che puoi trovare nell’inerbimento spontaneo. Soppesa i possibili impatti negativi: per esempio, i fiori delle fasce fiorite possono nutrire anche gli insetti dannosi, perciò vanno scelte le specie più appropriate per gli insetti amici.

Dunque, cosa piantare vicino alla vite per conservare o ripristinare la biodiversità nel vigneto? Ribadito che non esiste una “ricetta” valida per tutti i casi, diamo alcuni suggerimenti:

  • In alternativa all’inerbimento opta per le cover crop da gestire come sovescio – cioè da trinciare con il trinciasarmenti e poi interrare con la motozappa – o da lasciare tale quale sul terreno come pacciamatura (sul tema puoi leggere quali sono i vantaggi della pacciamatura). Tipicamente si seminano Brassicacee, Graminacee, Leguminose ed è consigliabile fare sovesci plurispecie. Alcune Brassicacee (come rafano, ravanello, rucola e senape) liberano sostanze biocide efficaci contro i nematodi.

  • Coltiva fasce erbose fiorite: specie nettarifere e pollinifere molto diffuse sono l’alisso, il coriandolo, la facelia, il grano saraceno.

  • Pianta siepi e alberi come biancospino, caprifoglio, corniolo, evonimo, prugnolo, rosa canina, rosmarino, rovo, nocciolo, albero di Giuda, olmo, pioppo, pruno, quercia.

  • Non eliminare la vegetazione spontanea confinante.

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