Progettare una biopiscina: 100% ecologica e senza cloro

Cos’è, come funziona e linee guida per realizzarla

Ispirazioni / Guida all'utilizzo / How to

26/06/2023

Tempo di lettura stimato circa 6 minuti

Una biopiscina è uno specchio d’acqua artificiale separato dal terreno da uno strato impermeabile e costruito per immergersi, nuotare etc. È perciò una piscina naturale artificiale, a metà tra un lago (un bacino naturale) e una piscina tradizionale (realizzata ad hoc). La sua particolarità è contenere acqua non disinfettata con sostanze chimiche ma purificata con processi naturali, in cui hanno un ruolo sostanziale le piante acquatiche. È quindi un piccolo ecosistema vivo che filtra e depura l’acqua da sé.

Invece di biopiscina o piscina biologica puoi sentirla chiamare piscina naturale, biolago o laghetto balneabile. In linea di massima è più preciso definire biopiscina una piscina naturale dove la depurazione dell’acqua avviene in un’area separata da quella in cui fai il bagno, eventualmente anche con un aspetto simile a una piscina tradizionale (forma geometrica, presenza di elementi come gradini d’acceso, solarium e così via).

In ogni caso sono i processi fisici, chimici e biologici che rigenerano l’acqua, rendendola igienicamente adatta alla balneazione, a racchiudere l’essenza della piscina naturale. Non è un certo metodo costruttivo, né una certa forma (geometrica o, al contrario, libera). Sono gli stessi processi di fitodepurazione che ritrovi in natura, ad esempio nei laghi o nelle aree palustri. Il risultato non è un ambiente “asettico” come quello di una piscina convenzionale, ma naturale con dell’acqua pulita, trasparente, senza l’odore pungente di cloro e non irritante per pelle, occhi e vie respiratorie. Una naturalità che risalta anche nei colori prevalenti: non i bianchi candidi e gli azzurri artificiali, ma i verdi e i marroni di tanti ambienti acquatici che animano i nostri paesaggi.

In questo articolo vedremo come progettare una biopiscina fai da te e quali linee guida seguire per realizzarla a regola d’arte.

Com’è fatta una biopiscina

I componenti base della piscina naturale sono la zona di balneazione, la zona di fitodepurazione e gli impianti che ne facilitano il funzionamento. La prima è una superficie libera colma d’acqua, destinata al nuoto e al relax. La seconda serve a rigenerare l’acqua “usata”, che arriva cioè dall’area di balneazione, grazie alle piante acquatiche. In base ai gusti – e al budget – per la biopiscina fai da te hai diversi gradi di integrazione tra natura e tecnologia, ad esempio per facilitare la manutenzione o potenziale la depurazione: da zero tecnica a una ricca dotazione di impianti tecnici, passando per vari livelli intermedi. L’impianto idraulico può prevedere filtri e pompe, meglio se a basso consumo, per il ricircolo dell’acqua dall’area di fitodepurazione a quella di balneazione o per forzarne il passaggio attraverso l’area di fitodepurazione stessa. L’impianto elettrico serve a far funzionare filtri, pompe, eventuali luci etc.

In una piscina naturale non vengono impiegati prodotti o trattamenti chimici (come il cloro e suoi derivati), né raggi UV o altri mezzi per disinfettare l’acqua tipici delle piscine standard. Viene invece usata la fitodepurazione, processo che sfrutta la sinergia tra le piante acquatiche, il substrato in cui ancorano le radici (ghiaia o altro materiale inerte) e una serie di microrganismi (vari tipi di plancton e batteri “buoni”). Si tratta di un sistema efficace, nato per depurare acque assai inquinate, come scarichi domestici e industriali. Mentre i microorganismi vivono trasformando gli inquinanti in composti che diventano sostanze nutritive per le piante, queste attraverso la fotosintesi forniscono l’ossigeno necessario e li ospitano tra le radici. Le piante acquatiche inoltre si contendono i nutrienti con le alghe, tenendole così sotto controllo. In più la competizione con i microorganismi, l’azione dei raggi solari e la temperatura disattivano i patogeni (batteri “cattivi”, funghi etc.).

Come costruire una piscina naturale in giardino

La piscina naturale è un ecosistema vivo che necessita di tempo per raggiungere il proprio equilibrio ecologico, specifico per ogni caso e frutto di uno studio meticoloso. Prendi tutto il tempo che serve per preparare il progetto della biopiscina fai da te e realizzarlo oppure affidati a professionisti che si occupano di architettura del paesaggio e, per la costruzione, ad aziende specializzate.

Il progetto della piscina naturale deve armonizzarsi sia con lo stile di vita tuo e della tua famiglia, sia con le caratteristiche della casa e del giardino. Deve anche tenere conto di una serie di fattori, come clima locale, esposizione, andamento del terreno (in piano o con dislivelli), vegetazione preesistente (radici grosse possono danneggiare il rivestimento impermeabile o la struttura della biopiscina, mentre una chioma che ombreggia troppo e foglie che cadono in acqua influiscono sul suo equilibrio). Fai attenzione alla sicurezza, specie se la biopiscina sarà frequentata da bambini: prevedi un ingresso in acqua a prova di scivolone, un recinto tutt’intorno etc.

Al progetto segue lo scavo dell’area alle profondità definite per le vasche di balneazione e fitodepurazione (per il movimento della terra servirà un escavatore). Se il terreno è stabile (argilloso o di medio impasto) puoi rivestire direttamente lo scavo con geotessuto robusto, cui va sovrapposto un apposito telo impermeabile (il materiale può essere EPDM, FPO o PVC). Nel bacino di fitodepurazione, prima di riempire il fondo di ghiaia, lapillo o zeolite per formare il letto di inerte che fa da substrato alle piante acquatiche, posa altro geotessuto di protezione. Vanno quindi messi in opera gli impianti tecnici. Una motocarriola alleggerisce il lavoro di cantiere trasportando materiali, attrezzature, piante e tutto l’occorrente per costruire la biopiscina fai da te.

Nella piscina naturale le piante acquatiche non hanno solamente valore estetico ma, come abbiamo detto, fanno da filtro biologico. Ne esistono di diversi tipi: piante sommerse, semisommerse (tra cui spiccano le ninfee e il fior di loto), palustri e da riva. Ciascun tipo svolge una o più funzioni: ombreggiamento, ossigenazione, habitat per i microrganismi della fitodepurazione etc. Scegli e associa le specie acquatiche valutando clima, ciclo di vita nelle stagioni, profondità corretta per metterle a dimora, caratteristiche dell’acqua, possibili interazioni (alcune piante sono invasive), semplicità di gestione e così via.

I bordi della biopiscina fai da te vanno rifiniti a seconda della sua forma e del contesto in cui è inserita. Puoi utilizzare pietra, legno, laterizio oppure “materiali vivi” come prato o arbusti bassi. In quest’ultimo caso metti in preventivo un po’ di tempo extra per raccogliere sfalcio, foglie e fiori perché non finiscano o rimangano in acqua alterandone l’equilibrio. Inoltre quando regoli l’erba con il decespugliatore o il tagliaerba, bada di non tagliare il telo impermeabile della piscina naturale.

Una soluzione comoda per il prato potrebbe essere posarlo a rotoli (nell’articolo trovi le indicazioni per farlo). Invece, puoi utilizzare una motozappa per preparare il terreno e mettere a dimora degli arbusti lungo il bordo della biopiscina o una siepe come recinzione. A proposito di siepe sempreverde, ecco come sceglierla, piantarla e potarla.

Per riempire la piscina naturale si può utilizzare l’acqua dell’acquedotto, del pozzo o l’acqua piovana. Assicurati che non siano in vigore disposizioni locali per il risparmio idrico che limitano l’uso dell’acqua potabile. Quando invece non si tratta di acqua potabile, verifica con analisi di laboratorio che la sua qualità sia adatta alla balneazione. Una volta purificata infatti l’acqua piovana è un’ottima risorsa a costo zero da sfruttare – ad esempio grazie a un sistema di raccolta e una motopompa – per riempire la biopiscina fai da te e rabboccarne il livello, che cala a causa dell’evaporazione (a proposito considera che d’inverno le piscine naturali non vengono né coperte né svuotate).

Biopiscine: permessi, burocrazia e simili

Per le biopiscine sono necessari dei permessi? In generale per le piscine private non aperte al pubblico (come quella nel giardino di casa) non esistono obblighi da rispettare per ciò che riguarda la salubrità dell’acqua. Non dovrebbero esserci nemmeno per le caratteristiche tecnico-costruttive, ma è meglio accertarsi se il piano regolatore detti o meno delle norme specifiche.

Nel caso il progetto della piscina naturale per il tuo giardino prevedesse strutture di tipo edilizio (ad esempio opere in cemento armato), bisogna chiedere il permesso di costruire o presentare la DIA (dichiarazione o denuncia di inizio attività, è il caso più comune). Tutto dipende dalle dimensioni della piscina rispetto alla tua abitazione e da eventuali vincoli paesaggistici. Ti consigliamo di sciogliere ogni dubbio informandoti in Comune. Ciò non vale per le biopiscine pubbliche e private a uso pubblico (come può essere la biopiscina di un agriturismo).

La biopiscina non è solo una via di mezzo tra una piscina e un lago naturale, ma ricorda anche i laghetti ornamentali dei giardini dove l’acqua è un elemento immancabile, come quelli giapponesi e all’inglese. Qui trovi svariati spunti proprio per realizzare un giardino in stile inglese.

Temi che la piscina naturale porti zanzare nel tuo giardino? Questi insetti molesti amano l’acqua stagnante, mentre quella delle biopiscine è in movimento e attira i loro nemici naturali, come le libellule. In ogni caso, ecco i nostri suggerimenti per liberarti dalle zanzare in giardino.

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