Peronospora della vite quando e come affrontarla

La peronospora della vite è una delle malattie più pericolose che colpiscono i nostri vigneti ed è causata da un fungo: la Plasmopara viticola. La peronospora è una malattia della vite (ampelopatia) originaria del Nord America, arrivata in Europa negli anni Settanta dell’Ottocento quando è stata “importata” fortuitamente insieme a viti americane. Mentre queste sono resistenti alla P. viticola, la vite europea si è rivelata molto sensibile.
Questa ampelopatia causa danni importanti: perdita di produzione d’uva, ricadute sulla sua qualità, indebolimento delle piante con conseguenze negative nelle annate successive. È accaduto anche di recente, ad esempio il 2023 è stata un’annata critica in tutta Italia a causa della peronospora della vite. Oggi ne parleremo: cos’è, come si sviluppa e come difendere la tua vigna dai suoi attacchi.
I sintomi della peronospora della vite
Quali sono i sintomi della peronospora della vite? La malattia attacca tutte le parti verdi della pianta, ecco i segni da cui la riconosci:
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Sulle foglie giovani appaiono delle macchie gialle traslucide chiamate macchie d’olio, in corrispondenza delle quali sul “retro” delle foglie più avanti si forma la tipica muffa biancastra.
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I grappolini scuriscono, si coprono di muffa, quindi avvizziscono.
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I grappoli più sviluppati imbruniscono e poi si seccano, senza muffa: in questo caso si parla di peronospora larvata, tipica degli attacchi tardivi, cioè estivi.
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Sulle foglie vecchie, di solito a fine stagione, si formano piccole macchie di forma poligonale, delimitate dalle nervature (peronospora a mosaico).
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I germogli dei tralci imbruniscono e si seccano, inoltre possono subire distorsioni o spaccature, da queste ultime si sviluppa la muffa.
Plasmopara viticola: la biologia
A fine estate quando le viti non offrono più tessuti da colonizzare, via via che si avvicina la caduta delle foglie, dalle parti infette delle piante la P. viticola per sopravvivere produce oospore (cellule fecondate). Le oospore permettono al fungo di svernare sulle foglie che cadono sul terreno. Dopo un periodo di maturazione, che si conclude a fine novembre/inizio dicembre, sono pronte per germinare, cioè per risvegliarsi, e per farlo hanno bisogno solo di acqua e temperature medie sopra i 9-10°C.
In primavera pioggia abbondante e vento fanno sì che le spore contenute nelle oospore, grazie agli schizzi d’acqua, raggiungano i tessuti delle viti e li infettino (infezioni primarie). Il fungo cioè penetra nei tessuti e li invade, assorbendo le sostanze nutritive dalla pianta. Dopo un periodo di incubazione produce degli sporangi (strutture in cui si formano le spore), che si manifestano sulla vite sotto forma di muffa bianca. Il risveglio delle oospore dura per alcuni mesi, il che si traduce in più ondate di infezioni primarie.
Dalle infezioni primarie, a loro volta, si generano cicli di infezioni secondarie. Infatti la muffa bianca non è altro che l’insieme di strutture con cui la P. viticola si riproduce e con cui, grazie all’acqua e al vento, diffonde altre spore che infettano altri tessuti, dando il via a un’infezione secondaria. Quando invece le condizioni esterne diventano sfavorevoli, il fungo produce le oospore per superare l’inverno, in attesa di innescare nuove infezioni nella primavera seguente.
La gravità di un’epidemia di peronospora della vite non dipende solo dalle condizioni meteo propizie per la P. viticola – temperature miti e piogge frequenti in primavera/estate –, ma anche dalla numerosità e distribuzione delle infezioni primarie in vigna.
Come prevenire la peronospora della vite
Lo sviluppo della P. viticola è correlato alla presenza di acqua: pioggia, nebbia, rugiada, insomma tutto ciò lascia le foglie bagnate per più ore. Se il vigneto è in una zona umida è più predisposto alla peronospora: ecco perché prima di impiantarlo bisogna valutare con attenzione l’ambiente (posizione, esposizione, presenza di falde acquifere superficiali etc.). Anche la scelta del vitigno e del portainnesto è cruciale perché alcune varietà di vite sono più sensibili di altre alla malattia. Altrettanto importante, in questa fase, è decidere il sesto d’impianto e la forma d’allevamento. Sul tema qui puoi approfondire come scegliere un vitigno e impostare il vigneto.
Passando poi alla gestione del vigneto, ti consigliamo di:
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Concimare in modo equilibrato.
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Evitare irrigazioni eccessive e assicurarti che il terreno sia drenante e l’acqua non ristagni.
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Potare regolarmente (potature secca e verde).
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Tenere sotto controllo l’inerbimento dei sottofila e degli interfilari, ad esempio con decespugliatore, trinciatutto o trattorino.
In pratica devi fare del tuo meglio per scongiurare che la vegetazione si affastelli e che l’umidità ristagni nella chioma delle viti, così che non si crei un habitat favorevole all’avvio delle infezioni e al loro progredire ciclico.
Nella vigna l’inerbimento è una forma di consociazione tra viti e specie erbacee, benefica per la biodiversità e non solo. A proposito, approfondisci quali vantaggi porta al vigneto e come gestirlo con il decespugliatore. Invece, a proposito di biodiversità, scopri quali piante crescono bene con la vite.
Difendere il vigneto dalla peronospora
Come abbiamo detto, le infezioni di peronospora della vite sono legate alle condizioni meteorologiche. Una guida empirica ancora piuttosto valida è la cosiddetta regola dei “tre dieci”, con cui prevedi l’avvio delle infezioni primarie – e quindi l’inizio degli interventi di difesa – quando queste 3 condizioni sono compresenti (in genere a marzo/aprile): germogli con minimo 10 cm di lunghezza, almeno 10 mm di pioggia nel giro di 24-48 ore, 10°C di temperatura minima. In realtà le infezioni vengono riscontrate anche in condizioni differenti, ad esempio con meno pioggia.
Quindi per difendere il tuo vigneto dal fungo è fondamentale tenere d’occhio l’andamento della temperatura e delle piogge, e osservare la presenza dei sintomi tra i filari. Dopo i primi focolai di infezione primaria, il periodo di incubazione della P. viticola – e quindi la progressione della malattia con l’innescarsi delle infezioni secondarie – varia in funzione di temperatura media e umidità relativa. La regola dei tre dieci, insieme alle tabelle della durata del periodo di incubazione, è un buon punto di riferimento per calcolare quando intervenire con i trattamenti antiperonosporici. Ti consigliamo poi di seguire online i bollettini agrometeorologici che vengono elaborati a livello regionale: fanno il quadro delle principali malattie sul territorio e forniscono indicazioni su quando fare i trattamenti e con quali antiparassitari.
La scelta dei trattamenti antiperonosporici dipende dallo stadio del ciclo annuale in cui si trovano le viti (fase fenologica) e dall’andamento meteo. In questo senso puoi distinguere le fasi:
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Dalla ripresa vegetativa alla prefioritura.
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Dalla prefioritura all’allegagione (trasformazione dei fiori in frutti), periodo particolarmente delicato perché le piante sono nel pieno dello sviluppo e molto sensibili alla malattia.
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Dall’allegagione alla raccolta dell’uva, quando la peronospora è meno pericolosa perché non può più attaccare gli acini.
Nella prima fase intervieni in previsione delle piogge potenzialmente infettanti o appena dopo, prima che si concluda il periodo di incubazione della P. viticola. Usa i tradizionali fungicidi di copertura, cioè sostanze a spettro d’azione ampio che proteggono la vegetazione in superficie, senza essere assorbite dai tessuti: possono essere a base di rame o di altri principi attivi.
Nella seconda fase ti consigliamo di utilizzare prodotti citotropici oppure sistemici, che vanno miscelati con prodotti di copertura. Vengono assorbiti delle piante, sono quindi più persistenti: i secondi entrano nel flusso linfatico, proteggendo così anche la vegetazione in crescita. Nell’ultima fase invece ti conviene utilizzare solo prodotti di copertura a base di rame. Per applicare i trattamenti antiperonosporici in tutti le fasi puoi servirti di un atomizzatore a spalla.
Se preferisci non ricorrere a prodotti di sintesi, il rame è l’unico principio attivo a cui affidarti. Regolane la concentrazione in base alla fase fenologica delle viti e ripeti i trattamenti a intervalli che diano continuità alla copertura, in base all’andamento meteo e alla velocità di crescita della vegetazione. Come gli altri fungicidi di copertura, il rame ha infatti il limite di essere dilavabile dalla pioggia, ma è comunque un caposaldo nella lotta contro la peronospora da fine Ottocento.
Considera che un eccesso di rame nel terreno, dove tende ad accumularsi, può generare squilibri nutrizionali o problemi di tossicità per le piante. Puoi quindi aiutare le viti con sostanze di origine naturale che ne potenziano le difese (induttori di resistenza) e impiegare estratti ad azione fungicida, come l’olio essenziale di arancio dolce. Se contro la peronospora usi solo fungicidi a base di rame, le buone pratiche di prevenzione che abbiamo indicato prima assumono un ruolo ancora più centrale.
La difesa da parassiti e ampelopatie è solo una delle tante attività da sbrigare nel vigneto: terminiamo suggerendoti una veloce rassegna dei lavori da fare in vigna mese per mese.
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